La fig. 10 illustra la seguente situazione: due punti M, N sono inizialmente fermi rispetto a un rif. inerziale K (assi (x,t) in figura). All'istante t=0 entrambi i punti si mettono in moto con la stessa accelerazione. Non è necessario che questa accel. sia costante: basta che resti positiva per un certo intervallo di tempo, e la stessa per M e N. Però la figura rappresenta un'accel. costante. A uno stesso istante di K l'accel. cessa, e i punti M, N si muovono con velocità v costante. Indicherò con g il gamma corrispondente a questa v. Le curve orarie di M, N sono rappresentate in rosso. Per costruzione, la curva di N è traslata in direzione x rispetto a quella di M. I punti A, B, C, D, G, H sono eventi, così definiti. A, B sono gli eventi in cui ha inizio l'accelerazione. C, D sono quelli in cui l'accel. termina. G è un punto qualsiasi della linea oraria di M, durante la fase in cui il moto è accelerato. H è l'evento sulla linea oraria di N, simultaneo a G in K: quindi le velocità di M, N in G, H sono le stesse. In G è indicata la tangente alla curva, che mostra la velocità istantanea di M. Gli assi (x',t') si riferiscono al rif. inerziale K', "tangente" al moto di M all'evento G: l'asse t' è parallelo alla tangente alla curva; l'asse x' è tracciato di conseguenza. Gli angoli tra x, x' e tra t, t' sono uguali. H' è l'evento sulla curva di N, simultaneo a G in K': GH' è parallela all'asse x'. Per definizione di K', M ha velocità nulla all'evento G in questo rif.; invece la velocità di N allo stesso istante t' non è nulla, perché la tangente in H' alla linea oraria di N non è parallela alla tangente in G alla linea di M. Questo è vero comunque si scelga G tra A e C, il che dimostra che durante la fase di accelerazione non esiste alcun rif. inerziale in cui M e N siano simultanemente fermi. Chiediamoci ora quale sia la distanza propria tra M e N. Questo ha senso solo se esiste un rif. inerziale in cui M, N sono entrambi fermi; cosa che accade prima e dopo la fase di accelerazione, ma non durante, per quanto abbiamo visto. Per t <= 0 (in K) la distanza propria coincide con la distanza AB, che indico con L. Che cosa accade dopo l'evento C? A uguali tempi in K la distanza è rimasta immutata, ma M e N si muovono rispetto a K con velocità v: quindi, a causa della contrazione di Lorentz, la cercata distanza propria vale L*g. Viceversa, consideriamo i due punti fissi rispetto a K che per t=0 coincidono con M, N, e la cui distanza propria è quindi L. Questi punti dopo la fase di accel. si muovono rispetto a K' con velocità -v: quindi la loro distanza misurata da K' è L/g.